Mettiamo subito in chiaro una cosa:
Far socializzare un cane di un anno per farlo andare d’accordo con gli altri cani, è utile come bere tanta acqua per farsi crescere le tette.
Tu hai mai visto una donna che è riuscita a farsi crescere il seno bevendo tanta acqua?!
«Ma come, Gerardo. L’internette è pieno di articoli che promuovono la socializzazione e le classi di socializzazione per risolvere i problemi di aggressività».
Lo so benissimo. Ma adesso vediamo perché questi articoli sono fuorvianti. 😉
Partiamo dal principio:
Cos’è realmente la socializzazione?
Per la scienza – è un periodo della vita del cucciolo. Da qui il nome “periodo di socializzazione”.
Questa fase parte dalla 3° settimana di vita e finisce alla 12°-16° settimana (3-4 mesi circa).
Dopo il 4° mese è FINITA. Basta. Fine dei giochi.
Questo periodo si contraddistingue per l’elevata plasticità neurale.
In parole povere, il cervello del cucciolo – in questa fase – cresce e si struttura molto più facilmente e velocemente di quanto farà in seguito.
È importante, in questo periodo, permettere al cucciolo di conoscere ambienti, oggetti, suoni e animali diversi in modo da attivare il maggior numero di sinapsi possibili.
Questo permetterà al cane, da adulto, di riconoscere gli stimoli con i quali è stato socializzato e di non averne paura.
Superati i 4 mesi non si può più parlare di socializzazione perché i processi strutturali del cervello saranno molto più lenti – oltre che condizionati da altri fattori.


Alcuni studi dimostrano che, superata questa fase, i cuccioli manifestano paura verso oggetti non conosciuti, e processi di recupero più lunghi.
È nel periodo della socializzazione, infatti, che far conoscere altri cani può essere utile al cucciolo.
Perché ho usato la parola “può”?
Due motivi:
- La socializzazione può non essere svolta in modo corretto;
- Non è detto che, anche venisse svolta in maniera impeccabile, il cucciolo – da adulto – non dimostrerà aggressività verso altri cani.
Prima di vedere come mai un cucciolo – anche se è stato socializzato correttamente – dimostra aggressività verso altri cani (e come fare per risolvere questo problema), diamo un rapido sguardo ai rischi in cui un proprietario potrebbe imbattersi durante questa fase di vita del cucciolo.
Quali sono i rischi della socializzazione?
Come abbiamo detto, lo scopo di questa fase è quello di far conoscere al cucciolo diversi stimoli in modo che, da adulto, non ne abbia paura.
Ma come viene socializzato mediamente un cane?
Mario ha appena adottato il suo cucciolo. lo dice a Ciccio, che a sua volta ha un cane da qualche anno.
Forte delle sue conoscenze in ambito cinofilo, Ciccio propone a Mario di far giocare i loro cani insieme, così si divertono e diventano amici.
«Che ideona!» dice Mario.
Il giorno dopo i due cani si incontrano e, disgraziatamente, quello di Ciccio fa male al cucciolo di Mario.
Ecco come, il sogno idilliaco di due “amici cani” che corrono felici nei campi e si fanno da spalla l’un l’altro nei primi approcci con le cagnette, si trasforma in tragedia.
Da qual momento, il cucciolo di Mario potrebbe aver inserito il file “cani” nella casella “Stimoli Pericolosi”.
E come si tengono a distanza le cose pericolose?
Fuggendo o attaccando.
Da adulto, il piccolo e tenero cucciolo di Mario, potrebbe tenere a distanza gli altri cani ringhiando.
E a dirla tutta, questo è un rischio che il proprietario può facilmente valutare.
Ce n’è un altro un po’ più infido. Difficile da individuare per colpa dell’eccessivo buonismo che infetta giornalmente decine di persone e che rende alcuni atteggiamenti – sbagliati – normali.
Anzi, ti senti in difetto se non ti comporti in un certo modo.
A cosa mi riferisco?
Ti presento la SOVRASTIMOLAZIONE.
Due aspetti che vengono spesso ignorati dai proprietari di cani – e direi anche giustamente visto che nessuno ne parla – sono la quantità e l’intensità degli stimoli a cui il cane viene sottoposto.
Un cane adulto ha una capacità concentrativa e un tempo di attenzione, pari a quelle di un bambino di tre anni.
Nel cucciolo, ovviamente, questi due parametri sono ancora più bassi.
Ora vorrei farti una domanda: ti sogneresti mai di portare un bambino di tre anni ad una lezione universitaria di matematica?
Sicuramente no.
Perché un bambino di quell’età non riuscirebbe a seguirla.
Allora perché molti proprietari prendono un cucciolo e lo portano a fare passeggiate di mezz’ora..un’ora, come fosse un cane adulto?
Hai presente quanti stimoli dovrà cercare di elaborare quel cucciolo?!
Senza considerare la fatica fisica della passeggiata, che ovviamente per il proprietario è inesistente, ma il cucciolo ha 4 zampette corte e una massa muscolare non ancora del tutto formata.
La fatica a livello fisico e mentale che dovrà sopportare il cucciolo, renderà l’esperienza della passeggiata, negativa.
Lo stato di insofferenza potrebbe far catalogare gli stimoli a cui il cane sarà esposto, come negativi.
Riassumendo..
Sovrastimolare un cane vol dire metterlo in una condizione che non è alla sua portata, perché non ha gli strumenti per fronteggiarla.
«Ok ok Gerardo. Quindi se sto attento a non fargli fare brutte esperienze e a non sovrastimolarlo, con la socializzazione sto a posto. Il mio cane non sarà mai aggressivo».
Eeeeh, magari!
Come ti dicevo..
C’è un altro fattore che influenzerà il comportamento del cane adulto: LA SUA GENETICA.
Avevo intenzione di riportati un po’ di dati, ma poi ho deciso di tagliare corto per non appesantirti la lettura.
Voglio solo farti presente che esistono cuccioli – cresciuti nel branco in cui sono nati, quindi con i genitori e i fratelli, oltre ai proprietari – che una volta diventati adulti hanno aggredito alcuni membri del branco stesso, compresi i genitori.
Ora la domanda è: questi cuccioli sono stato socializzati con i restanti membri del branco (visto che ci sono cresciuti assieme)..
Non sono stati separati prematuramente dai genitori ,quindi il padre e la madre dovrebbero aver insegnato loro come ci si comporta..
Come mai dimostrano aggressività verso gli stessi individui con i quali sono stati socializzati?
La risposta è tanto semplice quanto poco considerata anche dagli addetti ai lavori:
Il cane è un animale sociale e gerarchico. Vuol dire che ha bisogno di vivere in un branco, e di avere una gerarchia fissata all’interno del branco.
Ogni cane cerca di rivendicare la sua leadership, anche ricorrendo all’aggressività.
E questo succede tanto nel branco, quanto fuori, cioè con i cani che si incontrano per strada.
Se si mettono insieme due cani, questi cercheranno di conoscersi, e di capire “chi ce l’ha più duro” (per usare un po’ il francese che mi piace tanto).
Non sempre c’è bisogno di ricorrere all’aggressività, attenzione. Alcuni cani possono passare il testimone senza voler ricorrere al “conflitto a fuoco”.
Un altro aspetto che viene trascurato, è che i cani sono formati anche dalle Doti Caratteriali.
Le doti caratteriali sono delle attitudini pre-programmate geneticamente.
Queste attitudini, scritte nel DNA, gli sono state trasmesse dai genitori.
Hai presente la frase “la mela non cade mai lontano dall’albero”?!
Ecco..è questo il caso.
L’aggressività è una di queste attitudini.
In soldoni vuol dire che:
A parità di socializzazione, e di gestione, il cane X – da adulto – sarà diverso dal cane Y.
Il che è assolutamente normale. È questo meccanismo che ha permesso la diversificazione delle razze.
Un Mastino Napoletano e un Barboncino non sono diversi solo nell’aspetto fisico, ma anche nel carattere (doti caratteriali).
Quindi se hai pensato che l’aggressività del tuo cane fosse colpa tua perché non l’hai socializzato a sufficienza con gli altri cani, sappi che non è per forza così.
Se hai pensato di “socializzarlo” dopo i 4 mesi, ti conviene spendere quel tempo per imparare a lavorare a maglia. Almeno dopo ti rimane un bel maglione per l’inverno.
Ma ora potresti chiederti: «Quindi se ho un cane che ha paura degli altri cani o di alcuni oggetti..o addirittura dimostra aggressività, devo tenermelo così?».
Assolutamente no.
Le doti caratteriali del tuo cane non sono modificabili. Un cane che nasce aggressivo, muore aggressivo. Lo stesso vale per tutte le altre doti.
Ma tu puoi insegnargli a “gestire” quelle doti – ed evitare, ad esempio, che usi l’aggressività ogni tre per due.
Come?
Il primo passo è conoscere TUTTE le sue doti caratteriali.
In base a queste, puoi “lavorarlo” per fare in modo di:
- Insegnargli nuovi comportamenti e competenze nel modo corretto;
- Portarlo ad affidarsi a te;
- Aiutarlo a superare alcune paure senza rischiare di crearne altre (a volte peggiori delle prime);
- Gestirlo nella maniera più consona alle sue esigenze.
Questo ti permetterà di avere un cane più gestibile.
Se ti interessa conoscere le doti caratteriali del tuo cane, puoi prenotare una valutazione con me cliccando qui.
La valutazione si svolgerà nel mio centro di addestramento, a Tricase (LE).