2021…
Il mondo è diviso in 2 fazioni: chi crede che lavorare con lo strozzo sia l’unico modo per avere un cane ubbidiente – e chi compra la pettorina ad “H” in velluto con spugna incorporata per non rischiare che al “piccolo angelo” dia troppo fastidio una pettorina normale.
Nel mezzo ci sono i ribelli: i non estremisti. Quelli sani di testa, insomma.
Se fai parte di questo gruppo, sai che esistono metodi meno “invasivi” del collare a strozzo per insegnare qualcosa ad un cane.
Sai che non è necessario punirlo fisicamente, costantemente, per fare in modo che ti ascolti.
Sai che puoi lavorarlo in rinforzo positivo, quindi con i bocconi, per insegnargli quello che ti serve.
Quello che non sai è che molte volte, nel rinforzo, di positivo c’è solo il nome.
Te la dico più schietta:
IL RINFORZO POSITIVO NON GARANTISCE IL BENESSERE DEL CANE.
Anzi, spesso e volentieri, ne garantisce il malessere.
Se quello che hai appena letto ti ha un po’ destabilizzato, tieni duro ancora qualche secondo. Tra un attimo ti mostrerò i motivi della mia affermazione.
Prima di cominciare, però, è necessario allinearci sulla comprensione dei termini.
Partiamo dal rinforzo positivo.
Senza entrare troppo nel tecnico, lavorare in rinforzo positivo vuol dire “premiare” il cane per aver eseguito un’azione. Lo scopo è fare in modo che il soggetto ripeta l’azione appena compiuta.
Per farti un esempio: dico “seduto” —> il cane si siede —> gli do un pezzo di würstel.
I “premi” si dividono in 3 categorie:
- Alimentari (würstel, biscotti ecc.);
- Ludici (pallina, treccia ecc.);
- Sociali (tutto ciò che riguarda il proprietario, cioè il “bravo”, le carezze ecc.).
Possono essere usati da soli oppure combinati.
Esempio: dico “seduto” —> il cane si siede —> dico “bravo” e gli do un boccone.
Chi lavora solo in questo modo, quindi usando unicamente il premio per insegnare qualcosa al cane, spesso dice di lavorare con il metodo gentile.
Metodo gentile vuol dire sostanzialmente: cercare di insegnare il comportamento corretto senza ricorrere alla punizione fisica.
Questo termine nasce, infatti, in contrapposizione alla coercizione, che invece fa largo uso delle punizioni fisiche (collare a strozzo, collare con le punte, collare elettrico ecc.).
Quando fece il suo esordio in cinofilia, il metodo gentile fu un gigantesco passo avanti rispetto alla coercizione, che fino ad allora era l’unico metodo addestrativo.
Peccato però, che molti addestratori siano rimasti ancorati al vecchio pensiero:
“Lavoro con i premi, non punisco il cane, quindi lui è felice”.

Come dice Maria, non è proprio così. E ora vediamo perché.
Ti faccio una domanda: conosci qualcuno insoddisfatto del suo lavoro?
Probabilmente si. Eppure viene pagato per farlo.
I soldi sono il premio per il lavoro svolto.
Allora perché è insoddisfatto?
- Magari viene pagato poco;
- O è costretto a fare troppi straordinari;
- O magari perché il suo attuale lavoro è solo un ripiego e non lo appassiona;
- Ha dei problemi con i collaboratori o con i clienti;
- Il lavoro lo costringe a stare troppo tempo lontano dalla famiglia e dai suoi hobby..
Insomma, ci possono essere tante variabili; e tutte queste fanno la differenza tra un lavoratore contento e uno scontento.
E per i cani?
Vale la stessa cosa.
Chi lavora con i würstel, spesso non considera gli stressori a cui un cane è sottoposto durante la seduta addestrativa.
Anzi..pensa che solo per il fatto di lavorare con i premi, essi siano assenti.
Ovviamente questo non è vero.
Lo stress non deriva solo dalle punizioni fisiche.

Quando si insegna qualcosa ad un cane, sono molti i parametri che devono essere tenuti in considerazione:
- Capacità concentrativa del soggetto;
- Tempo di attenzione;
- Carichi e scarichi di lavoro;
- Tempi di recupero;
- Eventuali conflitti già presenti;
- Criteri;
- Doti caratteriali.
Se non si tengono a mente queste cose, è molto facile alimentare conflitti.
I conflitti sono delle incomprensioni che il cane vede come negative.
E ora voglio proprio mostrarti quanto sia facile crearli.
Facciamo un esempio su un semplice “seduto”:
Probabilmente hai già visto un video su internet che ti dirà di mettere un boccone sopra la testa del cane e aspettare che si sieda..quindi di dargli il boccone.
Bene, cominci a farlo..quattro, cinque, sei volte.
Ad un certo punto lui gira la testa da un lato.
Si chiama processo evitativo. È la prima via di fuga alla quale il cane ricorre per arginare lo stress.
Ma ovviamente non ci fai caso perché non è il tuo lavoro.
Quindi continui con il seduto.
Col passare delle ripetute comincerà ad annusare per terra, o ad annusare l’aria o i tuoi vestiti.
Ovviamente non vedrai neanche questo come qualcosa di importante, ma quella è un’azione sostitutiva. È la seconda via di fuga alla quale ricorre per arginare lo stress.
Ma non importa. Si continua con il seduto.
Fino a che, di punto in bianco, si allontanerà da te e dai tuoi premi.
Questo comportamento si chiama disimpegno e scarico. Quando si arriva a questo punto, il cane è stra-stufo di quello che sta facendo. Gli stressori sono così alti da costringerlo ad allontanarsi dalla situazione per stare meglio.
Quindi in realtà tu, si, gli stai insegnando il seduto – ma anche che quel comportamento è fonte di stress (conflitto sul comportamento).
Quando in futuro gli verrà chiesto di sedersi, proverà a non farlo.
Hai presente i cani che fanno finta di non sentire il proprietario?! Ecco.
E se pensi che per arrivare a livelli così alti di stress ci voglia tempo, sappi che bastano 15 minuti per mandare un cane in scarico.
Ora…abbiamo appena visto cosa può succedere con un semplice seduto.
Immagina di ripetere tutta questa storia per i vari comportamenti che cercherai di insegnargli.
Cosa succederà?
Che non solo il tuo cane sarà in conflitto con le tue richieste, ma anche con te. Perché sarai stato tu ad averlo lavorato.
E tutto questo SENZA AVERGLI DATO UN SINGOLO BUFFETTO SULLA TESTA.
Ripeto: non basta evitare le punizioni fisiche per far star bene un cane e…il rinforzo positivo non ne garantisce benessere.
Ma come puoi evitare di finire nella formula —> conflitto sui comportamenti + conflitto sul proprietario = cane che piuttosto di assecondarti preferisce guardare la vernice che si asciuga?

Non ti servirà cercare “la tecnica magica per farti ascoltare”. Non esiste!
L’unica opzione è rivolgerti ad un addestratore che continua ad aggiornarsi, capace di capire come il tuo cane ragiona, e disposto ad insegnartelo per aiutarti a gestirlo correttamente.
Solo così potrai avere un cane ubbidiente e sereno.
Ah ovviamente devi essere disposto ad imparare e mettere in pratica.
Non basta solo frequentare un centro addestramento per avere un cane ubbidiente, se no avrei aperto un bar.
Sarebbe come comprare un libro e non leggerlo.
Se sei disposto a capire come il tuo cane ragiona – e ad applicare quello che imparerai per raggiungere gli obbiettivi che ti sei prefissato con lui, ti basterà cliccare qui e scoprire come prenotare una consulenza gratuita e senza impegno nel mio centro addestramento a Tricase (LE).
A presto. 😉
Gerardo